martedì 30 novembre 2010

le vene e i polsi

la selva è...oscura, selvaggia, aspra e forte, la primavera è la dolce stagione, nel cuore c'è un lago, le genti sono dolorose, l'aere è senza stelle,l'aura è senza tempo,le gote sono lanose, la palude è livida, gli occhi sono di bragia,le note sono dolenti, la bufera è infernale,il tempo è reo ( e lo sarà anche per Foscolo..), le anime sono affannate, l'animale è grazioso e benigno, l'aere è perso e poi amore, amore..
E le similitudini delle colombe, delle gru, degli stornelli, dell'albero spogliato dalle foglie, del nuotatore che ha rischiato di annegare..
Ripercorriamo tutto, riconosciamo, diventiamo esperti.

lunedì 15 novembre 2010

.....le vene e i polsi....

La missione è rischiosa, la salita impervia, i rischi presenti, il fuoco incrociato, la discesa insidiosa e potrei continuare ancora.
ma...ci vogliamo spaventare, tirare indietro, nascondere?
impossibile, non noi, non con me!
Quindi avviciniamoci circospetti ma pieni di voglia e di fiducia, curiosità e orgoglio; si,D.all'inizio ci scruterà indagatore e diffidente ma sappiamo che adora i fan, firmare autografi e magliette...basta che si accorga che sappiamo cantare in coro i suoi testi.
Intanto cominciamo la marcia di avvicinamento con la sua lettera ad un amico, in particolare i paragrafi 3,6,7,8,9,10,15,16,18.
la trovate qui.

http://www.classicitaliani.it/dante/cangran.htm

giovedì 4 novembre 2010

bricioline

...vi lascio delle bricioline da seguire per la vostra ricognizione crociata, in modo che non saltiate niente di cruciale:
"Dio lo vuole"......1099,
Salalh ed Din Yusuf....1187,
Zara e Costantinopoli
Cavalieri Portaspada , Baltico, Albigesi, Spagna.
S.Francesco.
1291....Acri.
Vi metto anche due brevi fonti.
1) La conquista di Gerusalemme secondo i Crociati
Il brano riporta il racconto della conquista di Gerusalemme nel 1099 dal punto di vista dell’esercito
crociato. L’autore, Raimondo d’Aguilers, testimone oculare, scrisse sull’evento una cronaca
intitolata Storia dei Franchi che conquistarono Gerusalemme.
Appena i nostri ebbero occupato le mura e le torri della città, allora avresti potuto vedere cose orribili:
alcuni, ed era per loro una fortuna, avevano la testa troncata, altri cadevano dalle mura crivellati
di frecce; moltissimi altri bruciavano tra le fiamme. Per le strade e le piazze si vedevano
mucchi di teste; mani e piedi tagliati; uomini e cavalli correvano tra i cadaveri. Ma abbiamo ancora
detto poco: nel Tempio e nel Portico di Salomone si cavalcava col sangue all’altezza delle ginocchia
e del morso dei cavalli. E fu per giusto giudizio divino che a ricevere il loro sangue fosse
proprio quel luogo stesso che tanto a lungo aveva sopportato le loro bestemmie contro Dio. Ma,
presa la città, valeva davvero la pena di vedere la devozione dei pellegrini dinanzi al Sepolcro del
Signore e in che modo gioivano esultando e cantando a Dio un cantico nuovo.
Questo giorno celebre nei secoli a venire, cambiò, lo affermo, ogni nostro dolore e sofferenza in
gioia e in esaltazione; questo giorno, lo affermo, segnò la fine dei pagani, il rafforzamento della
cristianità, il rinnovamento della fede nostra.
(Raimondo d’Aguilers, Historia Francorum qui ceperunt Iherusalem )
3) La caduta di Gerusalemme secondo i musulmani
Il punto di vista musulmano sulla prima crociata e la presa di Gerusalemme. Il brano riportato è
di Ibn al-Athir (1160-1233), storico di origine curda. Il suo capolavoro fu una cronaca monumentale
intitolata con orgoglio Storia perfetta.
Contro Gerusalemme mossero i Franchi dopo il loro vano assedio di Acri e, giunti che furono, la
cinsero di assedio per oltre quaranta giorni. Montarono contro di essa due torri, l’una della quali
dalla parte del monte Sion, e i Musulmani la bruciarono uccidendo tutti quelli che si trovavano
dentro. Ma avevano appena finito di bruciarla che arrivò un messo in cerca di aiuto con la notizia
che la città era stata presa dall’altra parte: la presero infatti dalla parte di settentrione, il mattino
di venerdì 22 Sha’ban [15 luglio 1099].
La popolazione fu passata a fil di spada e i Franchi stettero per una settimana nella terra facendo
strage di Musulmani. Dalla Roccia da cui Maometto ascese al cielo rubarono più di quaranta
candelabri d’argento [...].
I profughi di Siria arrivarono a Baghdad nel mese di Ramadan e tennero nella Cancelleria del palazzo
del Califfo un discorso che fece piangere gli occhi e addolorare i cuori. Il venerdì vennero
alla Moschea cattedrale e chiesero aiuto, piansero e fecero piangere, narrando quel che i Musulmani
avevano sofferto nella Città Santa di Gerusalemme: uomini uccisi, donne e bambini prigionieri,
ricchezze derubate. Per i gravi disagi sofferti arrivarono persino a interrompere il digiuno
che imponeva il Ramadan.
(Ibn al-Athìr, Storia perfetta o somma delle storie, X, 193-195)