sabato 26 dicembre 2015

natale..e altro

Riposatevi, rigeneratevi, ingozzatevi  come da tradizione..ma ripassate anche gli ultimi argomenti di Storia perché:
1) ce n'è bisogno
2) davvero
3) lasciatemelo dire, che lo so
e al ritorno si riparte a razzo perché
4) vi tocca 
5) e non vogliamo fare le corse alla fine.

rr


lunedì 9 novembre 2015

google doodle..

spero abbiate aperto google  il 9/11/2015
si parla di II guerra mondiale, anche se non sembra...
Image result for Hedy Lamarr

The wireless communications she devised during the Second World War are still used today in Wi-Fi and Bluetooth. Biographer Richard Rhodes told CBS: “Today, frequency hopping is used with the wireless phones that we have in our homes, GPS and most military communication systems.”

martedì 3 novembre 2015

ritratti futuristi








Anche noi a Spoon River

Vittorio Arrigoni “Vik”

Ciò che resta del mio umano corpo
è terra fertile tra queste pietre spoglie.
Possa la natura cogliermi e far di me linfa del disprezzo della guerra,
arma rivolta all’ingiustizia, piccone che porta alla luce le scomode verità
affinché tutti restino umani. (marco)

Il cinese

Sono un contadino, sono cinese.
Vivo in un piccolo villaggio in mezzo alle montagne.
Lavoro senza sosta nei campi
Nutrendomi di ciò che  coltivo.
Ma una sventurata sorte mi attende.
Inizio a vedere strane creature,
per i campi, per le strade, a casa
mi inseguono ovunque io vada.
Sto impazzendo, non trovo pace,
li vedo anche quando annodo la corda attorno al collo,
e in un attimo di buio, sono spariti.
Guardo il mio corpo sospeso ed inerme.
Mi avvicino ai medici e dicono che ho mangiato la segale cornuta. ( valentina)

Colombo Neri

Non piangete miei cari,
non sono più dove mi avete sepolto.
La mia anima di pescatore era affranta
E stanca di contemplare il mare in lontananza.
Sotto questa terra solo ossa e cenere potreste trovare
perché la mia essenza nell’Adriatico si è rifugiata.
Egli insegna a noi marinai dei sogni
che i porti assassinano
È il nostro complice
Dalle sue onde potrete percepire la mia voce,
come risuona nei vostri ricordi,
pronta a consigliarvi.
Ho lasciato cadere le reti
e nessuno ha più osato raccoglierle.
Ammucchiate nel buio di una cabina invecchiano,
come io non ho potuto fare. (andreina)

Stephen Hawing

Potessi tornare indietro fermerei l'orologio a quella danza a piedi nudi sul canale,
durante la quale passato e presente coincidevano in una dimensione onirica e surreale dello spazio
e sarebbe bastato guardarti per convincermi di potere camminare ancora.
Ora che parola e mobilità mi sono sottratte rimpiango i nostri ieri
ed altro non rimangono che due occhi da decifrare per dirti addio. (ambra)

Giacomo Leopardi

L'infinito abisso
tessuto in un intreccio,
riempie una prigione
di sbarre che non raggiungono
l'orizzonte.
Tra le tue strade la mente
spolvera ricordi di tue parole.
Oh dolore,
Oh sofferenza,
rumoreggeranno nel silenzio
della tua stessa cella,
accompagnato dal dolce bacio
del riposo eterno. ( luca e martina)

Un africano

Mia madre mi ha sempre voluto bene,
ha amato me, così come ha amato i mei fratelli.
Da dove vengo, la consapevolezza
arriva velocemente
a tre anni si è già dei piccoli adulti.
Ricordo la mia prima auto,
per costruirla mi erano bastate una scatola di conserva,
una corda e qualche bottone.
Giocavo intorno al fuoco, accompagnato
dal gracidare delle rane e dal ronzìo degli insetti.
Raramente uscivo di casa,
solamente la notte, vagavo
come un demone che ha paura del sole.
Sono nato in Africa, ma sono albino.
In Tanzania questa parola significa morte.
Gli ignoranti, gli avidi, i superstiziosi
Mi hanno studiato, maltrattato,
hanno fatto a pezzi il mio corpo.
Oggi riposo sepolto per metà, bramando
Il mio cuore perduto. (chiara)


John Bramblitt - Il Pittore Cieco

Vissi di sensazioni, le voci dei miei cari,
 i sapori della colazione e l'odore della tempera fresca.
Immaginavo il mondo grazie a mio fratello
 che mi descriveva nei dettagli ogni cosa.
Non viaggiai molto, ma non scorderò mai
 l'immenso vuoto che mi circondò nella  Cappella Sistina.
Quante volte, durante questa breve vita
 sfiorai la mia ruvida tela e le venature della mia tavolozza.
Amavo i colori sgargianti, stendere il colore con le dita
e percepirne la consistenza sulla pelle;
ma ciò fu sconvolto dell'ennesimo attacco epilettico. (lorenzo e gilda)

Eric Hill

La mamma diceva che ero un bimbo allegro,
curioso, troppo curioso.
Amavo le nuvole.
La mamma diceva che le avrei raggiunte, ma solo quando fossi morto.
Mi ricordo un caldo sole
e alti salici che vegliavano un piccolo stagno.
Vi erano riflesse magnifiche nuvole bianche
volevo toccarle, solo toccarle.
Quel giorno divenni ninfea. (isabella)


Elia, l'immigrato

Fuggivo da una terra incrostata di sangue
pregavo Dio di custodire la mia famiglia
che insieme ad altre mille tremava.
L'odore di sudore e salsedine attraversava i vestiti,
per impregnare il sangue e le ossa.
nascosto dal fumo  pregavo,
di salvare la mia anima perduta
sotto la pelle
Crollava l'orizzonte sull'oceano
scatenando immense onde nere;
Ma anche il mare si è rifiutato di custodire i suoi figli
e ora sono abbandonato chissà dove sotto la sabbia. (chiara)


Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Gli strati di vermi e terra e sassi
Non m’impediscono di pensare.
Non è forse la realtà frutto della ragione?
Credevo.
Ora che ho lasciato la vita non mi alzo più in volo sul far della sera.
Esiste una nuova unificazione dopo questa profonda alienazione?
Desiderio di desiderio. Questo è il nostro destino. (chiara)

L’amata

Ricordo la felicità dei bambini
quando spensierati dondolavano sulle altalene
e il profumo dei gigli ambrati, che lei coglieva.
Ricordo le fresche sere estive
e i loro tramonti colorati e
ancora mi commuovo per le  infinite sfumature.
Ricordo il nostro viaggio in Italia,
il fascino di Roma, la Venezia romantica
e la limpida costiera amalfitana
e di questo nulla vorrei dimenticare. ( marica, ottavia, giulia)

Nadira

Mi chiamavano pelle d’ebano
Le mie labbra erano il nettare più ambito
da questi animali impollinatori,
i miei fianchi seducevano ed invitavano
sempre pronti alla danza dell’amore,
per me la più macabra delle danze.
Vedevo nei loro occhi i denti della concupiscenza,
denti che mi trafiggevano l’anima,
tanto che la lasciai da qualche parte
ed un giorno guardandomi allo specchio
non la trovai più.
Mi uccise la sifilide, la morte fu la più dolce
delle carezze. (agnese ,sara)

martedì 6 ottobre 2015

con Baudelaire, senza paura.

Laboratorio di scrittura
I fari , di e con Baudelaire
Rubens fiume d’oblio, di pigrizia giardino,
guanciale di fresche carni che non l’amore
ma la vita smuove e percorre infinita
come aria nel cielo, onda sull’onda;
Leonardo da Vinci, specchio fondo e oscuro
dove angeli stupendi con un riso
di misterioso incanto aggiorno da un’ombra
di pini e di ghiacciai!loro dimora;
Rembrandt, spoglia corsia di mormorazioni
che un immenso crocefisso domina e le preghiere
e i pianti riempiono come torbidi fiumi
e una violenta luce d’inverno attraversa;
Michelangelo, spazio senza certezza dove
Ercole con cristo si confonde e possenti
fantasmi s’alzano nel crepuscolo
stracciandosi il sudario con tortili dita;
rabbia di boxer, impudenze di fauno,
cuore grande e pieno d’orgoglio, uomo giallo e fiacco
chino su servili bellezze, Puget, 
tu che sorvegli malinconico il tuo impero di forzati;
Watteau, carnevale dove cuori famosi 
come farfalle bruciano volando,
lieve,  fresco scenario che colma di follia
i lumi di un ballo che turbina senza posa;
Goya, incubo d’oggetti senza nome,
di feti messi a bollire nottetempo dalle streghe,
di vecchie che si mirano allo specchio, di fanciulle nude
che lentamente si tendono, per tentare il diavolo, le calze;
Delacroix, lago di sangue che alieni angeli sfiorano
e un sempreverde bosco d’abeti corona
e sotto atroci cieli misteriose fanfare
trascorrono, come in Weber un occulto sospiro;


Goya, incubo ricco di realtà sconosciute,
di feti messi a cuocere al centro dei sabba,
di vecchie allo specchio e di fanciulle ignude,
che per tentare i dèmoni aggiustano le calze…


Velasquez pennellata rivoluzionaria,
maestro del realismo,
portavoce di un vero quotidiano e
disincantato ritratto.      
                                                         (Marica Giulia i)

Schiele, alcova di genti d’incastro
in candide vesti, dove i corpi
fanno del tempo malinconico sogno
e l’estasi vaga nell’aria gonfia di luce.
                                                        (Marco  Ambra)

Friedrich, rami di quercia come vene di pensiero,
austera cattedrale, natura imponente,
dolce attrazione, amaro terrore,
nebbia mistero, silenzio di parole.
                                                       (Chiara Isabella)

Van Goh, notturno cielo illuminato da freddi soli,
abbraccio materno avvolgi la natura oscura, colori
che cambiano in un vortice di emozione
a lungo celate all’occhio dell’osservatore.
                                                       (Andreina Gilda)

Vermer, tela dipinta regina delle grazie
mistiche pupilla, profonde e attraenti
dolce scintilla come scheggia di agata
il piacere che strazia, la dolcezza che incanta.
                                                       (Chiara Valentina)

Esher, luoghi perpetui e surreali,
ove mutano prospettiva e natura,
materia mutaforma plasma spazi  artificiali,
spettacolo di illusioni vanno creando intrecci di sagome.
                                                      (Luca Lorenzo Martina)

Friedrich,  contempli nell’infinito
Il mare confuso dell’esistenza
Il baratro amaro regna con la paura
Oblio d’impotenza e di bellezza.
                                                     (Chiara Ottavia )

Bernini, marmorea transverberazione,
estasi divina in un tripudio di raggi,
candide carni in morbide e fluttuanti vesti,
palpabile erotismo in sacro ambiente di preghiera.
                                                    (Sara Agnese)
 o bestemmie, incantesimi, lamenti,
pianti, grida, maledizioni, voci di Te Deum
che echeggiano per mille labirinti
giungete come un divino oppio al cuore dell’uomo,
grido ripetuto da mille sentinelle,
ordine tramandato da mille messaggeri,
faro che arde su mille cittadelle,
richiamo di cacciatori sparsi nelle foreste!
Perché, signore, niente può provare
che di te siamo degni come questo singulto
che da un secolo all’altro si propaga
per spegnersi sulle tue eterne rive!