martedì 21 gennaio 2014

riferimenti, citazioni...

"Intanto il padre Anchise nel fondo di una valle verdeggiante percorreva con lo sguardo meditando (riflettendo) con attenzione le anime racchiuse e destinate ad uscire alla luce superna e a caso passava in rassegna tutta la schiera dei suoi e gli amati nipoti e i destini e le vicende e i costumi e le imprese di quegli uomini. E quando vide Enea che gli veniva incontro sul prato, lieto tese entrambe le mani e lacrime gli rigarono il volto e queste parole gli uscirono dalla bocca:
        - Finalmente sei arrivato e la tua pietà, tanto aspettata dal padre, ha vinto il difficile cammino? Mi è concesso, o figlio, guardare il tuo volto e udire e farti udire la conosciuta voce? Così veramente sentivo nell'animo e credevo che sarebbe avvenuto numerando i giorni né mi ingannò la mia ansia. Io ti accolgo, figlio, dopo che hai attraversato tante terre e tanti mari e sei stato sballottato da tanti pericoli! Quanto ho temuto che ti potesse nuocere il regno della Libia [140].
        Ed Enea:
        - La tua, o padre, la tua triste immagine apparendomi molto spesso mi ha spinto a venire a queste soglie; le mie navi son ferme sul mare Tirreno. Dammi, da stringere la destra, concedimelo, o padre, e non sottrarti al nostro abbraccio.
        Così discorrendo insieme, rigava il viso di largo pianto. Tre volte tentò di circondargli il collo con le braccia; tre volte l'ombra invano abbracciata sfuggì alle sue mani, simile ai venti leggeri, simile ad un sogno alato." Eneide , libro VI

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